La qualità dell’aria nel bacino Padano in questi giorni è nuovamente peggiorata, con parametri fuori dai limiti già da parecchi giorni. E dunque le autorità locali annunciano nuovi provvedimenti anti-smog, a partire dai blocchi del traffico. Ecco i dati della qualità dell’aria di Milano e Torino ed i principali motivi scientifici che spiegano l’inquinamento. Elemento chiave per interpretare il problema sono i valori di particolato disperso nell’aria, ovvero quelle sostanze che in base alle dimensioni vengono identificate con i termini PM10 e PM2.5 .
I dati dello smog a Milano
Secondo i dati diffusi da ARPA Lombardia a Milano i valori di PM10 sono oltre il livello di 50 microgrammi al metrocubo già dal 22 gennaio. Ultimo dato disponibile al momento quello di ieri, 27 gennaio, quando il PM10 toccava il valore di 96 microgrammi al metrocubo. Il PM2.5 è invece oltre i limiti dal 24 gennaio, in particolare nella giornata di ieri questo inquinante era pari a 70 microgrammi al metrocubo.
I dati dello smog a Torino
Nella città della Mole Antonelliana, secondo i dati diffusi da ARPA Piemonte, il valore di PM10 è oltre il limite già dal 21 gennaio, ieri in particolare toccava il valore di 89 microgrammi al metrocubo. Secondo le previsioni, nonostante un breve e transitorio miglioramento della qualità dell’aria, gli inquinanti torneranno ad aumentare a partire da domani 30 gennaio.
I numeri ed i tanti perchè dello smog
Secondo gli studi la principale fonte di inquinamento è il trasporto di merci su strada (21%), segue l’agricoltura e l’allevamento (19%), il riscaldamento domestico a legna (17%), la produzione industriale (16%) ed il trasporto veicolare (13%). Il riscaldamento domestico non a legna incide per solo il 3%, mentre le restanti cause incidono per l’11% (fonte Progetto PREPAIR). Stupisce il dato legato alle attività agricole, ma il motivo si spiega nella genesi del particolato secondario. Ovvero le attività agricole e di allevamento sono causa del rilascio di ammoniaca nell’ambiente, sostanza che partecipa a quei processi fisico – biochimici che avvengono proprio nell’atmosfera con il risultato di produrre ulteriore particolato, detto appunto secondario. Particolato primario è invece quello immesso direttamente nell’aria, ovvero senza ulteriori passaggi chimici, come avviene appunto nel caso della combustione della legna. Un problema dunque quello dell’inquinamento che richiede più strategie di intervento.