Quando ormai l’Italia diventa tutta zona rossa, o meglio dire zona protetta, come comunicato questa sera dal premier Conte in conferenza stampa, la fine di questo periodo buio la possiamo magari intravedere nei piccoli gesti quotidiani.
Non si tratta solo di rispettare i provvedimenti delle autorità, di non stringersi la mano nel salutarsi, mantenere la distanza di un metro fra persone e così via.
La speranza è anche nella solidarietà e nel pensiero per chi in questo momento sta assistendo e curando con impegno coloro che sono più sfortunati poichè, a causa del nuovo coronavirus, sono ricoverati nei reparti ospedalieri Covid-19.
Questo pomeriggio, in centro a Milano, nei pressi dei giardini della Guastalla, non potevo non notare una curiosa macchia gialla posta di fronte ad uno degli ingressi dell’Ospedale Maggiore Policlinico. Avvicinandomi compresi che si trattava di grandi mazzi di mimose e sopra, su un cartone il messaggio anonimo “Grazie per quello che state facendo per noi, siete i nostri angeli custodi” con l’hashtag #andràtuttobene.
Quest’anno la Festa della Donna dell’8 marzo è passata un po’ in sordina, spazzata via dalle notizie che si susseguono a causa del dilagarsi dell’infezione da coronavirus Covid-19, e soprattutto dopo che, nella notte fra il 7 e l’8 marzo, è stata inizialmente annunciata la zona rossa fra Lombardia e Veneto.
Ma quei grandi mazzi di mimose gialle, regalate in anonimato, ci ricordano l’impegno delle donne e di tutto il personale sanitario, e dunque di tutti noi, per affrontare l’emergenza. E queste mimose soprattutto onorano le donne che oggi si trovano in prima linea contro il dilagare del nuovo coronavirus.
Un segno di speranza, racchiuso infine in un piccolo fiore giallo, e raccolto così da quelle stesse mani che toccano e danno sollievo alla sofferenza.
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