Con il comunicato n. 157 del 30 aprile scorso il Ministero della Salute, retto dall’on. Roberto Speranza, ha reso noto i criteri relativi alle attività di monitoraggio del rischio sanitario, allegato al n. 10 del Dpcm del 26 aprile 2020, connesso al passaggio dalla Fase 1 alla Fase 2 per quanto riguarda la pandemia da Covid-19 in Italia.
A partire dal 4 maggio, infatti, entrerà in funzione tra l’altro il monitoraggio a livello regionale basato su quattro fattori: il grado di tenuta del sistema sanitario, il numero di persone in quarantena, il raccordo tra assistenza sanitaria e sistema ospedaliero, i dati del personale impegnato per l’emergenza.
Il tutto verso una Fase 3 oppure, in caso di rischio per la salute, verso un nuovo lockdown. Secondo il Ministero verrebbero considerate a rischio quelle regioni non in grado di fornire tutti i dati sui monitoraggi con chiarezza e puntualità.
RIPRODUZIONE RISERVATA