“La pandemia Covid19 sta causando – ha dichiarato il segretario generale dell’O.N.U. Antonio Guterres – indicibili paure e sofferenze per le persone anziane in tutto il mondo. Oltre al suo impatto immediato sulla salute, la pandemia sta esponendo le persone anziane a un rischio maggiore di povertà, discriminazione e isolamento. E’ probabile che abbia un impatto particolarmente devastante sulle persone anziane nei paesi in via di sviluppo“. Proprio il primo di ottobre ricorre oltre che il trentennale della Giornata Internazionale delle persone anziane, anche il 75° della fondazione dell’O.N.U. La Giornata internazionale delle persone anziane venne proclamata il 14 dicembre del 1990 con la risoluzione n. 45/106 da parte dell’O.N.U. che, l’anno successivo adottò i principi delle Nazioni Unite per le persone anziane con la risoluzione n. 46/91 e poi nel 2002, a Madrid, il “Piano d’azione internazionale sull’invecchiamento” indicando per il decennio 2020-2030 quello dell’invecchiamento in buona salute. La pandemia ha colpito pesantemente, nelle prime fasi, tutte le persone anziane nel mondo con un numero elevato di decessi in tantissimi stati: in Italia sono ancora vivi i ricordi di quelli deceduti nelle varie Residenze Sanitarie Assistite. Il motto di quest’anno è “The Journey to Age Equality”, il viaggio verso l’uguaglianza di età. Proprio in tal senso si è espressa l’esperta indipendente delle Nazioni Unite Rosa Komfeld-Matte per l’occasione: “Difendiamo i diritti delle persone anziane” per le quali al momento, a differenza di altri gruppi in situazioni di vulnerabilità, non esistono disposizioni legali a tutela.
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