Il ministro della Salute, Roberto Speranza, il 5 marzo scorso ha firmato due nuove Ordinanze al fine di poter contenere la diffusione dell’epidemia da coronavirus. La prima Ordinanza dispone, a partire da domani lunedì 8 marzo, il passaggio a “zona rossa” per la Regione Campania, mentre la seconda dispone il passaggio a “zona arancione” delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto e la proroga per l’Emilia Romagna. Le varianti, infatti, preoccupano, ormai dominante quella “inglese”, ma avanzano pure quelle “brasiliana” e “sudafricana”.
L’indice RT dal Sud al Nord della penisola
L’indice Rt risale in Italia a 1.06. Sono molte le Regioni italiane con un indice superiore ad 1: si tratta della Valle d’Aosta (1,21), Piemonte (1,15), Lombardia (1,13), Provincia Autonoma di Trento (1,1), Veneto (1,08), Emilia Romagna (1,13), Toscana (1,18), Marche (1,08), Molise (1,06), Basilicata (1,16). Poco sotto Rt inferiore ad 1 sono le Regioni: Liguria (0,96), Friuli Venezia Giulia (0,92), Lazio (0,98), Abruzzo (0,96), Campania (0,96), Puglia (0,93). L’indice si mantiene ancora basso nelle altre Regioni: Provincia Autonoma di Bolzano (0,75), Umbria (0,79), Calabria (0,81), Sicilia (0,79) e Sardegna (0,67), unica ad essere “zona bianca”. Da sottolineare che il Piemonte ha ben 23 “zone rosse” in altrettanti Comuni. In Emilia Romagna già in “zona rossa” dal 4 fino al 21 marzo le province di Bologna e Modena, in “arancione scuro” quelle di Reggio Emilia, Rimini, Ravenna, parte del Cesenate e 14 Comuni di Imola. In Toscana sono “zone rosse” le province di Siena e Pistoia e, nel livornese, il Comune di Cecina. Accertata la “variante inglese” in diversi campioni esaminati in provincia di Ragusa (Sicilia).
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