Mentre la Corte dei Conti, in Italia, lo scorso mese di maggio, ha bocciato il decreto da 10 milioni di euro del MI.S.E. (Ministero dello Sviluppo Economico) per alcune incongruenze sul progetto del vaccino prodotto dalla casa farmaceutica Reithera di Castel Romano (Roma), sul sito della Commissione Europea, https://ec.europa.eu, in data 10 novembre, è stato pubblicato il contratto con la casa farmaceutica francese di biotecnologia “Valneva”, con sede a Saint-Herblain nel dipartimento della Loira e con stabilimenti anche in Scozia, Svezia ed Austria, per l’acquisto del vaccino anti Covid dal nome “Vla2001”. I vari Stati europei potranno acquistare quasi 27 milioni di dosi nel 2022 ed ulteriori acquisti nel 2023 fino a 33 milioni di dosi. Si tratta dell’ottavo contratto fino ad ora approvato dopo quelli con AstraZeneca, Sanofi-GSK, Janssen Pharmaceutica NV, BioNTech-Pfizer, CureVac, Moderna e Novavax. Secondo le dichiarazioni della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen “Il contratto prevede che il vaccino possa essere adattato alle nuove varianti. Il nostro ampio portafoglio di vaccini ci aiuterà a contrastare la COVID-19 e le sue varianti in Europa e altrove: La pandemia non è finita. Tutti coloro che possono dovrebbero vaccinarsi”. Il vaccino “Vla2001” della Valneva è un vaccino a virus inattivato, a partire dal virus vivo sottoposto ad inattivazione chimica, una tecnologia tradizionale impiegata da molti decenni e basata su metodi consolidati e con elevati livelli di sicurezza. Prosegue in tal modo la strategia dell’Unione europea per accelerare lo sviluppo, la produzione e la diffusione di vaccini, efficaci e sicuri, nella lotta contro il Covid-19 e le sue varianti attraverso accordi preliminari di acquisto attraverso finanziamenti per la copertura dei costi sostenuti dalle case farmaceutiche.Per l’acquisto dei vaccini gli Stati membri si possono avvalere dai fondi del REACT-EU, uno dei programmi dello strumento Next Generation EU.Intanto su alcuni organi di stampa esteri viene riportata la notizia sul braccio di ferro in atto tra la casa farmaceutica Moderna ed il N.I.H. (National Institutes of Helth), statunitense, per la registrazione del brevetto del vaccino “Spikevax (ex COVID-19 Moderna mRna – 1273) per il quale non sono stati riportati i nomi degli scienziati delo stesso N.I.H. che hanno lavorato pe la ricerca.La casa farmaceutica Moderna aveva ricevuto 10 miliardi di dollari con fondi federali per lo sviluppo del vaccino; si potrebbe arrivare ad uno scontro nei tribunali per una battaglia lunga e costosa con riflessi futuri in diversi campi.
RIPRODUZIONE RISERVATA