Immunità T del Covid-19: gli studi al tempo delle varianti

Un recente studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Nature” e  svolto dagli scienziati dell’University College di Londra, ha messo in risalto la cosiddetta “immunità abortiva” che consente ad alcune persone di riconoscere l’infezione da Covid-19 e di eliminarla completamente ancor prima che possa essere rilevata con un test molecolare o con un tampone. Sarebbe merito delle “cellule T”, linfociti capaci di rispondere immediatamente al virus e di eliminarlo. Lo studio ha riguardato, in particolare, il personale sanitario impegnato in Gran Bretagna contro la pandemia fin dalla comparsa e a stretto contatto con tantissimi ammalati fin dalla prima ondata. Gli esami del sangue eseguiti su queste persone hanno evidenziato un’alta dose di linfociti T: nell’organismo, già prima della pandemia, vi sarebbero già stati presenti per effetto di una esposizione precedente, anche a comunissimi raffreddori stagionali.  

In Italia, intanto, oltre alle varianti del Covid-19, circolano altri virus influenzali che mettono a letto tantissimi connazionali. Sarebbero tre i virus attualmente in circolazione con sintomi alquanto sovrapponibili con difficoltà per i medici di poter individuare propriamente il virus: il primo sarebbe il Sars-CoV-2 con le varianti e le sottovarianti; poi ci sarebbe l’Ortomixovirus, virus dell’influenza stagionale ed infine il virus intestinale che causa le gastroenteriti virali in particolare i bambini. Per tali motivi viene consigliato l’effettuazione di un tampone diagnostico.

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Autore dell'articolo: Mimmo Pirracchio

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