L’oro nelle cicatrici: le storie di un cappellano e medico al tempo del Covid

Brescia e Bergamo sono state pesantemente colpite dal Covid-19. Un libro “L’oro nelle cicatrici”, con un sottotitolo: “In corsia ho imparato a ricevere” del sacerdote Gianluca Mangeri, medico oncologo ed ora cappellano presso l’Istituto Ospedaliero Fondazione Poliambulanza di Brescia, racconta l’esperienza sugli incontri con le persone malate di Covid-19 e gli operatori sanitari dal mese di novembre del 2020 al mese di maggio 2021 (L’oro nelle cicatrici, Compagnia Editoriale Aliberti, 2021). Nella prima ondata anche il sacerdote vien colpito dal virus e questa esperienza con le sue cicatrici lo rendono particolarmente sensibile a cogliere i vari vissuti delle persone ed a raccontarli. Nella prefazione padre Enzo Fortunato, direttore della Rivista San Francesco, sottolinea come “Un aspetto tra tanti colpisce nei racconti di don Gianluca Mangeri: la dignità.Tutti i malati, aiutati a reggere il peso della croce, hanno affrontato la malattia e la morte con estrema dignità. Colpiscono la dignità e l’umanità con le quali gli operatori hanno affrontato le non facili situazioni imposte dall’emergenza“. “Ogni incontro – sottolinea don Gianluca Mangeri nell’introduzione – contiene un principio trasformante che mi ha avviato in un processo di espansione della fraternità e di dilatazione degli orizzonti. Fino all’Africa! Da Covid a Covid e oltre il Covid, con l’intento, attraverso questo libro, di sostenere la campagna vaccinale anti-Covid dei Medici con l’Africa CUAMM“.

Molto toccanti le pagine dedicate all’incontro con Mattia, l’unico protagonista che ha prestato il proprio consenso alla pubblicazione del proprio nome. “Mattia è un giovane di ventotto anni con trisomia 21, la sindrome di Down. respira con la maschera.Al suo letto c’è la sua mamma che non lo abbandona un istante, sia di giorno che di notte“; ma l’incontro avviene anche con la mamma che racconta le tante traversie del figlio, colpito in età infantile da una forma di “leucemia acuta” e costretto a sottoporsi a “pesanti cicli di chemioterapia e a un trapianto di midollo osseo”. Ma gli interessi di Mattia sono tanti: la voglia di tornare al proprio lavoro nel ristorante ed alle passioni, suonare la batteria, il cajon, cavalcare e cantare nel coro della parrocchia. Le dimissioni dal reparto con la guarigione coincidono con il giorno dell’onomastico, il 14 maggio. La frase che più ricorre nel libro è “Ho sete!”, esclamata dai malati con la maschera per l’ossigeno: “L’aria della maschera – racconta una paziente, dal nome di fantasia, Lia – secca moltissimo, rende arida la gola e produce un’enorme sete“. Un libro di oltre 100 pagine che affascinano lo spirito e fanno meditare profondamente.

copertina di libro

RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore dell'articolo: Mimmo Pirracchio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.