L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), in collaborazione con la Climate and Clean Air Coalition, ha lanciato una campagna “BreatheLife” per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sull’impatto dovuto dall’inquinamento atmosferico sulla salute umana.
La stessa Climate and Clean Air Coalition, da parte sua, ha proprio in questi giorni avviato una iniziativa per “ridurre l’intensità delle emissioni per nutrire il pianeta, ora e in futuro” in diverse zone dell’Asia e dell’Africa. L’inquinamento atmosferico, secondo diversi studi, sarebbe causa di oltre 2 milioni di decessi dovuti all’ictus, altrettanti per le malattie cardiache e di 1,7 milioni per le malattie polmonari e dei tumori causati dall’inquinamento. L’inquinamento dell’aria è di già aumentato dell’8% tra l’anno 2008 ed il 2013, mentre il 92% delle popolazioni di aree urbane densamente popolate non respira più un’aria salubre. Infatti i livelli di inquinamento in oltre l’80% delle città sparse nel mondo sono nettamente superiori ai livelli raccomandati dalle linee guida predisposte dall’O.M.S. per la qualità dell’aria. I livelli più elevati di inquinamento si riscontrano soprattutto nei paesi a basso reddito rispetto a quelli ad alto reddito. Comunque le iniziative per ridurre l’inquinamento portano anche a dei risultati: infatti secondo alcune stime per il 90% della popolazione che vive in Europa e per il 60% di quella che vive nelle Americhe la situazione, rispetto a 5 anni fa, la situazione è decisamente migliorata. Nel frattempo l’OMS, per il 7 settembre prossimo, ha istituito la prima “Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu”.
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