Sono considerevolmente aumentati i casi di “variante delta” individuati in diverse Regioni italiane da Nord a Sud. Secondo alcuni esperti sono ancora molto bassi, appena del 2,5%, i sequenziamenti sul totale dei casi positivi registrati che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) e dal centro Europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) indicano invece in almeno al 5% dei casi. Addirittura in alcune Regioni, come la Valle d’Aosta, la Toscana e la Basilicata, ancora non vengono riscontrati i dati.
Da Nord a Sud ecco i dati sulla “variante delta”: ben 34 casi nelle Province Autonome di Trento e Bolzano; in Lombardia l’incidenza della variante è giunta al 6% dei casi ; in Piemonte finora sono stati individuati otto casi di cui sei italiani e due stranieri; dodici casi quelli registrati in Friuli Venezia Giulia; scoperto un focolaio nel settore della logistica nel Piacentino in Emilia Romagna; cinque casi in Liguria, tre in provincia di Savona e due in quella di La Spezia. Nelle Regioni del Centro Italia: nelle Marche sono state registrati cinque casi, sei in Umbria, quattro nel Molise e tutti a Campobasso, una decina in Abruzzo tra Teramo e Chieti e diciassette nel Lazio. Nel Sud Italia: in Campania iI totale attuale raggiunge la cifra di 83 in zone del napoletano; 51 i casi in Puglia, un solo caso in Calabria. Nelle isole ben 29 casi nel Nord della Sardegna e 14 nel Sud della stessa Regione; in Sicilia i dati attuali registrati sono 31, l’ultimo scoperto a Palermo, mentre alcuni giorni orsono, a Catania, in occasione della riunione del G20 dedicato all’istruzione ed al lavoro, un capodelegazione indonesiano è stato trovato colpito dalla “variante delta” e ricoverato in un Ospedale cittadino.
RIPRODUZIONE RISERVATA